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APRILE 2011: INIZIA UNA NUOVA ESPERIENZA
LA JUTA
Gran parte delle opere sono dipinte su tela di juta detessuta, cioè una tela alla quale sono stati tolti dei fili.
La trama diradata permette di vedere oltre la tela.
Sfruttando questa "trasparenza", molte di queste opere hanno una seconda tela o tavola applicata posteriormente che, dipinta, completa l'opera su juta.
Lo spazio che si viene a creare fra le due opere sovrapposte permette l'inserimento di un eventuale illuminazione interna come per l'opera
"l'eleganza flessibile"- (la ballerina).
FELICITA' ETERNA
Olio su juta cm 62x52
BUON COMPLEANNO
Olio su juta cm 60x60
SEMPRE INSIEME
Olio su juta cm 60x60
FELICITA' E GIOIA
Olio su juta cm 50x70
MOLTI AUGURI
Olio su juta cm 50x60
MOLTA FELICITA'
Olio su juta cm 60x60
TANTA SERENITA'
Collezione privata - cm 60x60
Protagonista
Cm 60x80
Il rientro del cantastorie
Cm 40x60
Ninfee
Cm 70x90
Amore: essenza della vita
Cm 60x90
Maternità
Cm 80x100
Eleganza Flessibile
La Ballerina Cm 60x80
Crepuscolo di un legame
Cm 60x90
Loto
Cm 80x60
Il logo
Tutte le opere dipinte su tela di juta, esclusa una raffigurante un portone di Frugarolo, hanno applicato sopra la firma un logo in argento 925 o/°° ricavato da un disegno anonimo raffigurante un rinoceronte stilizzato che ho personalmente provveduto a modellare su cera per poi trasformarlo in una fusione d'argento. Così facendo ho raggiunto il mio scopo: ottenere un rinoceronte bianco. Perché proprio un rinoceronte bianco? Tre sono i motivi principali:
- a) il rinoceronte bianco è in via di estinzione e io, se ne ho la possibilità, mi impegno perché ciò non accada;
- b) è un animale erbivoro, quindi non si nutre di carne e non ha bisogno di uccidere per alimentarsi;
- c) non è un animale aggressivo, si fa gli affari suoi e reagisce solo se lo disturbano o, peggio, se lo attaccano.
è un animale che mi piace; ammiro la sua potenza e il carattere sostanzialmente mite, mi piace paragonarlo al bue, il "bove" degli animali selvatici. Per questo l'ho scelto.
Rinoceronte
vedi testo "Il logo".
Per informazioni
si prega di contattare
i l seguente numero:
348 2340699
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i l seguente numero:
348 2340699
Mostre collettive passate
17 Maggio 2009 Gavazzana
24 Settembre al 09 Ottobre 2011 Frugarolo
08/09 e 15/16 Settembre 2012 Bosco Marengo
01 Settembre al 08 Settembre 2013 Bosco Marengo
Frugarolo il paese dei portoni

Visita anche il sito:
Chi è Dino Scarabello
Dino Scarabello o, più semplicemente, Dino, dunque mio omonimo *, è una di quelle importanti, intelligenti, a un certo punto insostituibili sorprese che solo il paese, un paese come Frugarolo, ti può riservare.
Si può dire che la sorpresa ad un determinato punto diventa un dono.
Potrei enumerarne non poche di queste sorprese/dono, ma, per ora, limitiamoci a Dino.
Dino è artista, Dino è pittore. Ne ha le naturali predisposizioni e sensibilità, ne ha l’intelligenza e la preparazione, ne ha l’umiltà e la costante applicazione.
Veneziano di origine, nato a Eraclea nel 1944, a tredici mesi giunge con la famiglia a Frugarolo, dove frequenta le scuole elementari.
Modellista di oreficeria, inizialmente ha fatto gli studi classici in Seminario ad Alessandria, per proseguire il suo iter scolastico presso l’Istituto per orafi a Valenza.
Disegnatore precoce, ha iniziato a dipingere con continuità e professionalità all’inizio degli anni ’80.
Realista e naturalista, ha dedicato molto tempo della sua ricerca a illustrare le prospettive e gli angoli più significativi e caratteristici del paese, con uno spirito diverso da quello di Paolino Lorenzotti, più analitico e oggettivo, meno fantasticato e sognato.
Le sue immagini frugarolesi hanno una caratteristica peculiare, quella della luce:
una luce chiara, plastica, rivelatrice, oggettivante.
Del paese ha scelto un tema molto specifico:
i portoni, gli antichi portoni che chiudevano le corti delle dimore agricole in tante piccole unità fatte di persone, animali, raccolti.
Da qualche tempo ha voluto orientare il suo lavoro su un non comune esercizio di pittura: i “ falsi d’autore ” fedeli copie cioè di capolavori celebri.
Per questa sua nuova attività ha scelto di specializzarsi su Giorgio Morandi e, per documentarsi, è stato più volte a Bologna a osservare e ad analizzare i dipinti raccolti nel Museo Morandi, acquisendone il Catalogo Generale e in seguito al MAMBO (Museo di arte moderna di Bologna) dove era stata allestita una mostra internazionale del Maestro con dipinti rari da vedere.
Sorretto dalla serietà dell’impegno, impegno decisamente oneroso, va scandagliando il segreto mondo dell’artista bolognese, partendo dalla severità dell’impianto compositivo, duro, razionale, ai limiti dell’astrazione, per analizzare con febbrile attenzione il colore in tutte le sue misteriose componenti tonali, pressoché inimitabili, fino alle sottigliezze della tecnica di distribuzione del pigmento cromatico, in stesure a volte lisce, a volte quasi inavvertitamente tormentate e fibrillanti.
La sapienza morandiana gli sarà sicuramente di guida, riuscirà a portargli una ricchezza interiore che, con l’esercizio futuro, gli consentirà di progredire ancora, oltre i risultati positivi già raggiunti.
* (Recensione di Dino Molinari)
Dino Molinari
Olio su cartone ondulato collezione privata

Perchè ho scelto di riprodurre Giorgio Morandi
Fu l'enfasi con la quale il Dott. Dino Molinari**, mentre stavamo seduti nel giardino di casa sua, tesseva le lodi del Maestro Giorgio Morandi (1890 - 1964), artista che conoscevo ma non profondamente, ad incuriosirmi al punto che decisi di vedere da vicino la grandezza delle sue opere.
Mi recai a Bologna. Il museo Morandi si trova all'interno del Palazzo Comunale, al 2° piano.
Quando giunsi all'interno delle sale, dove sono esposte le opere del Maestro, percepii da subito la grandezza dell'Artista. I suoi colori, le sue composizioni, le sue nature morte, i suoi fiori ed i paesaggi denotano immediatamente "l'essenzialità" e la severità della composizione.
Sono opere quasi spartane, dove però si percepisce il trascorrere del tempo e la sensazione di pace, ma anche di solitudine.
I nove metri quadrati del laboratorio di Via Fondazza 36 fu visitato da pochissimi amici del Maestro, e questo suo rifiuto alla mondanità e alla pubblicità ha fatto si di generare intorno all'Artista un alone di mistero, quasi di misantropia.
Data la riservatezza e l'essere schivo del Maestro, le sue opere sono quasi sconosciute al grande pubblico.
L'amore per l'Artista e la possibilità di poterle far conoscere a più persone sono i motivi che mi hanno spinto a riprodurre le opere di Giorgio Morandi, sperando che il Maestro mi perdoni.
(Dino Scarabello)
Mi recai a Bologna. Il museo Morandi si trova all'interno del Palazzo Comunale, al 2° piano.
Quando giunsi all'interno delle sale, dove sono esposte le opere del Maestro, percepii da subito la grandezza dell'Artista. I suoi colori, le sue composizioni, le sue nature morte, i suoi fiori ed i paesaggi denotano immediatamente "l'essenzialità" e la severità della composizione.
Sono opere quasi spartane, dove però si percepisce il trascorrere del tempo e la sensazione di pace, ma anche di solitudine.
I nove metri quadrati del laboratorio di Via Fondazza 36 fu visitato da pochissimi amici del Maestro, e questo suo rifiuto alla mondanità e alla pubblicità ha fatto si di generare intorno all'Artista un alone di mistero, quasi di misantropia.
Data la riservatezza e l'essere schivo del Maestro, le sue opere sono quasi sconosciute al grande pubblico.
L'amore per l'Artista e la possibilità di poterle far conoscere a più persone sono i motivi che mi hanno spinto a riprodurre le opere di Giorgio Morandi, sperando che il Maestro mi perdoni.
(Dino Scarabello)
Falsi D' Autore: Dino Scarabello esegue copie delle opere di Giorgio Morandi
Un patrimonio da salvare
Frugarolo, in provincia di Alessandria, è uno dei pochi paesi dove esistono
un gran numero di portoni (certamente oltre settanta, un tempo se ne contavano circa centocinquanta).
Generalmente i portoni vanno a completare delle corti chiuse.
Nei secoli scorsi tutti i piccoli proprietari terrieri usavano cingere con alte mura la proprietà che comprendeva:
l'abitazione; la stalla; l'aia ed i portici.
Per permettere l'uscita di carri e bestiame venivano installati grossi portoni di legno.
Quest'abitudine denotava , da parte del "padrone", uno spiccato senso della proprietà, dell'individualità e anche della diffidenza verso le altre persone. All'interno del cortile il "padrone" si sentiva al sicuro, lontano da occhi indiscreti e secondo lui invidiosi.
I tempi sono cambiati ma i portoni è bene che rimangano.
Sono ormai circa dieci anni che saltuariamente dipingo i portoni di Frugarolo. Alcuni tra questi, che ho dipinto, purtroppo non esistono più: sono stati sostituiti ( permettetemi il termine ) da " orrendi "pezzi di metallo zincato, con il solo scopo di poter resistere più a lungo alle intemperie e con lo scopo di ridurre la manutenzione rispetto a un portone di legno, ma con un impatto visivo degradante, oserei dire osceno.
Impediamo questo scempio!
Il motivo dei miei dipinti vuole essere una richiesta di aiuto lanciato al posto di portoni affinché l'Amministrazione Comunale, faccia a breve, un censimento dei portoni esistenti e in futuro ne impedisca la distruzione.
Salvaguardiamo il nostro piccolo patrimonio non comune, legato al nostro passato e all'immagine del nostro paese.
Dino Scarabello
un gran numero di portoni (certamente oltre settanta, un tempo se ne contavano circa centocinquanta).
Generalmente i portoni vanno a completare delle corti chiuse.
Nei secoli scorsi tutti i piccoli proprietari terrieri usavano cingere con alte mura la proprietà che comprendeva:
l'abitazione; la stalla; l'aia ed i portici.
Per permettere l'uscita di carri e bestiame venivano installati grossi portoni di legno.
Quest'abitudine denotava , da parte del "padrone", uno spiccato senso della proprietà, dell'individualità e anche della diffidenza verso le altre persone. All'interno del cortile il "padrone" si sentiva al sicuro, lontano da occhi indiscreti e secondo lui invidiosi.
I tempi sono cambiati ma i portoni è bene che rimangano.
Sono ormai circa dieci anni che saltuariamente dipingo i portoni di Frugarolo. Alcuni tra questi, che ho dipinto, purtroppo non esistono più: sono stati sostituiti ( permettetemi il termine ) da " orrendi "pezzi di metallo zincato, con il solo scopo di poter resistere più a lungo alle intemperie e con lo scopo di ridurre la manutenzione rispetto a un portone di legno, ma con un impatto visivo degradante, oserei dire osceno.
Impediamo questo scempio!
Il motivo dei miei dipinti vuole essere una richiesta di aiuto lanciato al posto di portoni affinché l'Amministrazione Comunale, faccia a breve, un censimento dei portoni esistenti e in futuro ne impedisca la distruzione.
Salvaguardiamo il nostro piccolo patrimonio non comune, legato al nostro passato e all'immagine del nostro paese.
Dino Scarabello